Lettera a Sant’Efisio sull’amore dei Sardi per la religione cattolica

Generalissimo del cristianissimo Regno di Sardegna, glorioso martire Sant’Efisio, so che dall’alto dei Cieli, rivestito della corona di gloria che spetta a coloro che servirono Cristo fino all’effusione del sangue, proteggi e guidi verso Cristo, nostro Dio e Redentore, la confraternita quartese a te dedicata, di cui ho il privilegio e la responsabilità di essere segretario. Oggi io e miei confratelli eravamo presso la Basilica di Sant’Elena per la liturgia della Passione e il rito de su Scravamentu. La basilica era stracolma e nonostante la liturgia sia durata quasi tre ore, la compostezza dell’assemblea è stata ammirevole. Pensa Efis che solo l’adorazione della Croce è duranta circa un’ora. Effettivamente, i riti della Settimana santa sono particolarmente sentiti in Sardegna. Il Popolo Sardo è e rimane un popolo devoto e molto religioso. Mi chiedo una cosa Efis… è tutta la sera che ci penso… Se nel 1793, sulle spiagge di Quartu e di Cagliari, i miei padri (che ti avevano nominato Generalissimo e a te si erano votati) non avessero ricacciato in mare l’esercito rivoluzionario francese che si apprestava a invadere il Regno, la Sardegna sarebbe ancora così marcatamente cattolica e devota? Su quella memorabile battaglia ho letto le pagine stupende del Manno. I Sardi, chiamati alla guerra santa dai loro Vescovi, scendono in battaglia non solo per difendere l’indipendenza della Patria e la Corona del Re, ma anche e soprattutto per mantenere intatta la religione, minacciata di profanazione dalla scelleretezza della Rivoluzione francese, che pochi giorni prima ha assassinato sulla ghigliottina Re Luigi XVI. Sotto la monarchia gigliata la Francia era stata terra di santi, monaci e crociati, figlia maggiore della Santa Madre Chiesa. Pochi cavalieri indomiti, ancora votati a Dio e la Casa di Francia, tengono oggi intatta quella meravigliosa Tradizione cattolica e monarchica. Il resto della popolazione francese, di amore per la religione e la monarchia, sembra non averne più. Anche in Sardegna si è perso per vari fattori l’amore per la monarchia. Ma è rimasto quello per la religione. È questa grazia divina concessa dall’unico vero Dio, quello biblico uno e trino, sia Egli benedetto per il Suo amore e la Sua divinità. A te la Santissima Trinità concesse di fermare la peste che infuriava a Cagliari. A te la Santissima Trinità concesse di essere Generalissimo di quel valoroso manipolo di soldati sardi che in nome di Dio e di Casa Savoia salvò il Regno dall’invasione francese. Cosa vuol dire questo? Vuol dire che tu sei il martire guerriero che Dio onnipotente ed eterno ha eletto quale condottiero per insegnare alla nazione sarda come amare Cristo e tutelare le radici cristiane della nazione sarda. Tu sei soldato di Cristo e nostro capitano. Voglio seguire te Efis, perchè tu mi insegni a non anteporre nulla all’amore di Cristo. Grazie Efis per questa lezione d’amore vero il nostro Dio e Salvatore Gesù Cristo.

Con amore, riverenza e venerazione

Fabrizio (segretario della confraternita quartese a te dedicata)